Ethereum 2.0: come rivoluzionerà l’ecosistema crypto

By Marco Cavicchioli - 9 Lug 2022

Ethereum 2.0 è a tutti gli effetti una nuova blockchain, chiamata Beacon Chain, che sostituirà quella attualmente in uso fin dall’inizio.

Summary

•             Quali vantaggi porterà Ethereum 2.0 al settore

•             Quali sono i rischi che il Merge possa non avere successo

•             Il passaggio al PoS potrebbe garantire ad Ethereum l’adozione di massa

Quali vantaggi porterà Ethereum 2.0 al settore

La principale differenza sta nel fatto che la nuova blockchain utilizza come algoritmo di consenso PoS, al posto che PoW.

Proof-of-Work (PoW) è anche l’algoritmo di consenso di Bitcoin, la prima vera e propria blockchain decentralizzata che sia mai stata creata, oltre che di tutte le altre blockchain decentralizzate che sono nate nei primi anni dopo la nascita di Bitcoin.

La blockchain di Ethereum è nata sei anni dopo, ma comunque è sempre stata basata su PoW.

PoW garantisce grande sicurezza ed elevati livelli di decentralizzazione, ma risulta essere molto costosa e, soprattutto, molto energivora. Proof-of-Stake (PoS), invece, consuma molta meno energia, consentendo anche un notevole risparmio sulle fee.

Quindi, la vera e propria rivoluzione di Ethereum 2.0 rispetto alla versione originale attuale è costituita da minori costi delle transazioni, minori consumi energetici, e maggiore velocità di esecuzione.

La domanda che ci si può porre a questo punto è: si tratta di una vera e propria rivoluzione?

Potenzialmente sì. Visto che ad oggi registrare una singola transazione sulla blockchain di Ethereum può costare fino a 35$ nei momenti di picco, e quasi mai meno di 1$, non conviene affatto effettuare micro-transazioni, o transazioni di piccoli importi.

Questo limita fortemente l’utilizzo comune della blockchain di Ethereum, di fatto limitandone molto anche le possibilità di raggiungere l’adozione di massa.

Il fatto che un ragionamento simile possa essere fatto anche su Bitcoin, in realtà, risulta essere poco rilevante, sia perché Bitcoin è soprattutto una riserva di valore, più che una moneta di scambio, sia perché il problema delle fee su Bitcoin è già stato ampiamente risolto grazie a Lightning Network (LN).

Quali sono i rischi che il Merge possa non avere successo

Per certi versi, anche il fatto che esistano soluzioni di secondo livello, vagamente simili a LN, anche per Ethereum può essere considerato poco rilevante, sia perchè non hanno ancora raggiunto la diffusione di LN, soprattutto perchè non registrano le transazioni sulla blockchain di Ethereum. Molti degli utilizzi ad ampio spettro di Ethereum, infatti, prevedono che sia estremamente utile poter avere traccia pubblica ed indelebile delle transazioni.

C’è, però, un punto che sembra poter mettere in discussione l’ipotesi che PoS su Ethereum possa risultare rivoluzionaria.

Infatti, esistono già blockchain alternative ad Ethereum che utilizzano PoS, e nessuna di queste è ancora riuscita nemmeno lontanamente ad avvicinarsi ai numeri di Ethereum. Questo potrebbe indurre a pensare che non vi sia poi così tanta richiesta di mercato per soluzioni di questo tipo, ma ci sono un paio di obiezioni che è necessario portare alla luce.

La prima è che nessuna alternativa ad Ethereum è riuscita a raggiungere una vera e propria adozione di massa, fino ad oggi, e visto che solo Ethereum sembra che ce la possa realmente fare in tempi relativamente rapidi, il passaggio a PoS sembra assolutamente fondamentale. Non si sa se sarà sufficiente a consentire di raggiungere l’adozione di massa, ma di sicuro con PoW sarebbe un risultato impossibile.

La seconda è che, invece, esiste perlomeno un caso di successo di PoS contro PoW, ovvero USDT (Tether).

Inizialmente USDT veniva scambiato su rete Omni, basata sulla blockchain di Bitcoin. All’epoca il numero di transazioni giornaliere di USDT rimase decisamente basso.

Poi vennero creati anche gli USDT su Ethereum, ed il loro utilizzo iniziò ad aumentare. Ma a causa delle fee troppo elevate, Tether è stata costretta ad emettere anche USDT su altre reti basate su PoS, come Tron, ottenendo un clamoroso successo. Ad oggi, infatti, sembra che le transazioni in USDT su Tron abbiano superato quelle su Ethereum.

Il passaggio al PoS potrebbe garantire ad Ethereum l’adozione di massa

Se, grazie al passaggio a PoS, dovesse accadere qualcosa di simile anche all’interno della stessa Ethereum, potremmo assistere ad una vera e propria impennata del numero delle transazioni su questa rete, ovvero ad un significativo aumento dell’utilizzo.

Aggiungendo a questo scenario un sempre maggiore utilizzo di soluzioni second layer, ecco che la possibilità che l’utilizzo di Ethereum possa esplodere dopo il passaggio a PoS sembra davvero iniziare ad esistere.

Qualora non fosse più sconveniente registrare microtransazioni sulla blockchain di Ethereum, o su un suo qualche second layer, le potenzialità reali del suo utilizzo potrebbero anche esplodere.

Allo stato attuale dei fatti queste sono solo ipotesi, tanto che è assolutamente possibile anche ipotizzare il contrario, ma senza il passaggio a PoS sembra, invece, molto improbabile che tutto ciò possa accadere.

Va tuttavia anche sottolineato come le conseguenze sull’adozione di massa di Ethereum dovute al passaggio a PoS potrebbero anche manifestarsi tra diversi anni, non necessariamente subito. Se non altro ad oggi non risulta ancora che nessuna blockchain alternativa basata su PoS sia riuscita ad arrivare laddove potrebbe arrivare Ethereum.

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